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Festiwall

LUCA FONT

Luca Font (IT), classe 1977, attualmente diviso tra Milano e New York, è un writer, tipografo occasionale, viaggiatore interessato, convinto sostenitore della tradizione e soprattutto della sua intrinseca relatività. Da treni e muri fino ai tatuaggi passando per i lavori su carta, il minimo comune denominatore dei suoi lavori è l’interesse manifesto per grafica e sintesi visiva, funzionalità e modernismo, in nome della costante ricerca di un punto d’incontro tra creazione e razionalità.
Per #FestiWall2018 l’artista, in collaborazione con lo studio Alkanoids, realizza un’installazione site specific che, attraverso la tecnologia della realtà aumentata, vuole rendere visibile l’invisibile, raccontando una storia che è legata a doppio filo con la terra che lo ospita, a quella del Mediterraneo, delle sue rotte commerciali e di quelle migratorie. Sarà il pubblico a decifrare attraverso il device il messaggio dell’artista, altrimenti nascosto.
La Sicilia è una terra di confine, a seconda dei casi punto di partenza o punto d’arrivo per le popolazioni che hanno attraversato il Mediterraneo partendo dal Medio Oriente, dall’Africa, dall’Europa del Nord. Nel corso dei secoli sono cambiati la geografia del potere e la distribuzione della ricchezza ma non l’importanza strategica di un’isola dalla quale, prima o poi, passano tutti.
Oggi le rotte commerciali sono state quasi completamente sostituite da quelle migratorie, ma il prezioso contenuto delle imbarcazioni che solcano le acque del canale di Sicilia continua ad essere trattato come se fosse semplice merce: dai trafficanti di esseri umani, dalle milizie, dai politici, dai giornali, dalle chiacchiere da bar. L’immigrazione è un tema difficile e scomodo, e per chiunque non lo viva in prima persona mettere a tacere l’aspetto umano è il modo più semplice per metabolizzarlo rapidamente e lasciare che rimanga, al pari di qualsiasi altra notizia che non ci tocca direttamente, un rumore di fondo nella vita di tutti i giorni.

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